Dino Palloni
PARTICOLARI
DELL’ARCHITETTURA CASTELLANA :
I BALCONI
Riconoscere i dettagli architettonici e
costruttivi dei castelli è condizione sine qua non per un loro corretto
trattamento in sede di restauro e per la loro valorizzazione, che
successivamente consenta ai visitatori di comprendere ed apprezzare le
funzionalità dei singoli ambienti e renda più umanamente vicine e
comprensibili le opere dei costruttori medievali. Troppo spesso infatti i
restauri italiani “nascondono” particolari troppo umili, o più semplicemente
non compresi dall’operatore, come le latrine o gli armadi murali, laddove in
Gran Bretagna, ad esempio, essi vengono correttamente proposti all’attenzione
del pubblico, innanzitutto con un rispettoso restauro e successivamente con
opportuna, seppur discreta, segnaletica.
I balconi non sono stati molto presi in
considerazione dagli studiosi di castellologia: Viollet-le-Duc nel
Dictionnaire
dalla voce “balcone” rimanda alla voce “bertesca”, ove poi di sfuggita ammette
che “dal XIV secolo in poi le bertesche non furono solo opere di architettura
militare” mentre Piper
afferma che i balconi erano assai poco diffusi nel Medioevo ed avevano
funzioni essenzialmente ornamentali. Tra i contemporanei i balconi sono
ignorati da Le Hallé
e nelle ricostruzioni ideali di Tealdi
nel solo castello di La Bathie sono mostrate, al posto dei balconi, piccole
piattaforme prive di parapetto. Solo Tabarelli riconosce correttamente le
tracce di una balconata e della soprastante tettoia nella torre di
Frölichsburg
.
Specifichiamo che i balconi
dei quali parliamo sono quelli posti sulla faccia esterna di un castello allo
scopo di aumentare e diversificare lo spazio abitabile e non ballatoi volti
verso la corte ad uso di comunicazione fra i vari ambienti, prevalentemente
diffusi nelle regioni di cultura germanica o lombarda
. Importantissimo è comunque avvertire fin d’ora sulla facilità di equivocare,
sulla sola scorta delle tracce murarie, fra veri balconi ed altre strutture in
aggetto, che verranno prese in esame più avanti.
I balconi erano assai diffusi
nell’architettura civile medievale: affreschi e tracce murarie sono al
riguardo molto generosi; Volterra, San Gimignano e gli affreschi senesi, ad
esempio, pullulano di balconate. Per comprensibilissime ragioni:
l’elevatissimo costo del vetro medievale e la poca trasparenza dei surrogati
rendevano gli ambienti ben poco luminosi e quindi gli spazi a luce esterna
assai più gradevoli, nella bella stagione. Negli edifici fortificati ovvie
esigenze di sicurezza riducevano ancor più la superficie delle aperture ed
aumentavano in proporzione la desiderabilità di spazi ben illuminati, come
testimoniano le onnipresenti finestre con panche che si trovano nei castelli.
Soprattutto l’angustia dello spazio abitabile
di molti castelli, particolarmente dei castelli torre, dovuta all’enorme
spessore delle murature, non poteva che rendere assai appetibile ogni spazio
in più, ottenuto inoltre piuttosto economicamente di solito con semplici
strutture lignee e senza ampliare il perimetro da difendere.
Iconografia
Le raffigurazioni antiche di castelli e torri
sono particolarmente illuminanti riguardo ai balconi perché è facile
distinguere fra gli apprestamenti a fini militari e quelli di uso
residenziale, a causa della leggerezza ed ariosità di questi ultimi. Numerose
immagini medievali mostrano balconi in edifici fortificati, ad esempio a
Padova in un affresco di Alticchiero eseguito fra il 1377 ed il 1384
,
a Galatina, riprodotta in fig. 1, della prima metà del Quattrocento, a
San Benedetto Po ed in numerosi altri cicli pittorici e plastici.
Tracce murarie delle varie tipologie
1)
In legno a mensola
Nello splendido castello di Illasi (fig.2),
attribuito da Perbellini ai secoli XII-XIII
,
almeno due lati erano coperti da una balconata continua, denunciata dalla
serie di fori da mensola e dalle porte finestre.A Castel Telvana (TN) , della
fine del XIV secolo
,
in un corpo di fabbrica rinforzato in angolo da una torre cilindrica, le
tracce di una balconata sono abbastanza inequivocabili (fig.3).
In tutta Europa gli esempi non mancano:
per quanto attiene ai balconi in legno a sbalzo citeremo tra tanti il castello
di Rathsamhausen, a Ottrott in Alsazia, dell'inizio del XIII secolo
,
con pensilina denunciata dalla scossalina in pietra e dalle mensole di
sostegno dei travi e quello di Ortenberg, sempre in Alsazia, costruito attorno
al 1258
;
numerosi altri esempi potrebbero portarsi, non ultimi i castelli federiciani
di Prato, torre mediana del lato nord est, e di Gravina di Puglia, testata
opposta all’ingresso. Persino a Chateau Gaillard sembra che si trovasse un
balcone, anche se è ben difficile, dato lo stato della muratura, asserire che
si tratti di una realizzazione coeva alla prima costruzione del castello.
2) - In legno appesi
Si tratta di una tipologia assai curiosa ed è
stata notata per la prima volta nella torre del castello vescovile di Brendola
(VI) dell’inizio del XIII secolo
(fig.4). La forte probabilità della presenza di un balcone congiunta
con la leggibile assenza di adatti fori da mensola, consentita dalla buona
conservazione del paramento, ha portato alla conclusione, rafforzata dal
successivo ritrovamento di altri esemplari, che il balcone fosse appeso alle
mensole in pietra che infatti non sono disposte simmetricamente sulla
facciata, ma corrispondono perfettamente alla parte di essa coperta dalla
scossalina. In fig. 5 mostriamo la soluzione statica che supponiamo
fosse utilizzata in questa tipologia. Altri esempi si possono trovare ad Aosta
ed a Zuccarello
;
sembra che tale disposizione fosse diffusa in Spagna
.
Non è chiaro quali fossero i vantaggi di una
simile disposizione, forse una più facile distruzione in caso di necessità od
una minore vulnerabilità all’incendio , data la più rapida caduta della
struttura ai piedi dell’edificio. L’ipotesi però più probabile è che si tratti
di un adattamento a fini residenziali delle predisposizioni difensive di cui
si parla nel paragrafo successivo.
E’ doveroso avvertire che in questi casi non
si può avere la piena certezza che si tratti di balconate e non di bertesche
perché non sappiamo come fosse realizzato il parapetto esterno della
struttura, dato che in altri casi, per esempio in una torre angolare di
Castelfranco, mensole simili poste solo sui lati esterni di una torre priva di
funzioni residenziali possono essere riferibili solo a bertesche ad uso
difensivo, mentre nel mastio di Marostica (VI) la struttura avrebbe anche
potuto avere funzioni residenziali.
3)
A mensole in muratura ed impalcato in legno
In perfetta analogia con l’evoluzione dell’apparato a sporgere, anche per i
balconi si può tracciare un percorso logico, anche se assolutamente non
cronologico, tra la realizzazione completamente lignea e quella completamente
muraria, inserendo l’anello evolutivo costituito da mensole in pietra o
mattoni che sostengono un tavolato ligneo. Un esempio si trova a Fénis, ove un
balcone di questo tipo è stato ricomposto su resti di non dubbia
interpretazione, come mostrano le immagini anteriori al restauro
;
in questo caso le mensole erano miste in pietra e carpenteria.
4) Completamente in muratura
Nella Torre Costanza di Aigues Mortes, del
1246
,
si trova un bel balconcino in pietra, certamente privo di funzioni difensive
perché sprovvisto di caditoie e perché anche qui il parapetto è ad altezza di
vita; inoltre non è posto in alcuna posizione specifica, sopra una pusterla o
comunque particolarmente vulnerabile, e non ha neppure funzioni di podio per
arringhe o simili, perché il fossato è larghissimo. Un balcone simile si trova
anche nella nota Torre Verde di Trento, anch’esso forse travisato nel restauro
o successivamente ricavato da una precedente bertesca, dato che si trova sopra
una porta.
Una interessante ed inequivoca balconata si
trova a Rimini nel castello principale della famiglia dei Malatesti (fig. 7).
Si apre sulla grande sala del palatium edificato da Sigismondo Pandolfo
attorno al 1446; all’origine raggiungeva una larghezza di ben più di un metro
e mezzo per una lunghezza, come si vede nell’immagine, piuttosto considerevole
e poteva ospitare buona parte della corte del signore. Non può trattarsi di
una predisposizione difensiva perché la tettoia era troppo esile, come
testimoniato dalla sezione dei travicelli, e la sporgenza eccessiva per
eventuali necessità militari.
Una struttura identica , ed ancora
perfettamente conservata, è riscontrabile a Montechiarugolo (PR), di poco
antecedente; anch’essa si apre sulla sala principale del castello e le date
dei graffiti conservati sulla parete
testimoniano della sua antichità.
Possibili incertezze nel riconoscimento dei
balconi
In assenza di immagini coeve e di prove certe
date dalla leggerezza degli apprestamenti le tracce dei balconi si possono
confondere con quelle di altri accessori edilizi lignei a sbalzo, come i doppi
ordini di hourds bassi che Ritter chiama “della scuola di Pierrefonds”
.
In particolare sono facilmente confondibili le tracce di:
a)
Pianerottoli d’ingresso - Nei castelli torre era pratica universale
l’uso dell’ingresso rialzato; la scala d’accesso poggiava su un piccolo
ballatoio, dalle dimensioni perfettamente analoghe a quelle di un balconcino.
Sono facilmente distinguibili appena si consideri se la porta retrostante
costituisce o meno l’ingresso alla torre, anche se morfologicamente sono
perfettamente simili, tettoia compresa.
b)
Bertesche, hourds e latrine in aggetto - E’ quasi impossibile
distinguerne le tracce da quelle dei balconi ed occorre affidarsi a
considerazioni generali.
c)
Camere di sollevamento materiali - In moltissimi castelli, ad esempio
Hautkoenigsbourg in Alsazia e Campo Tures in Alto Adige
,
gli approvvigionamenti venivano introdotti nei magazzini tramite argani.
Questa soluzione era probabilmente molto diffusa, per motivi di sicurezza e di
praticità: evitava di aprire una porta e quindi di azionare ponti levatoi,
saracinesche e così via; essa è inoltre documentata dall’iconografia e dalla
vita di santi, che vennero lasciati a mezz’aria nel paniere per non aver
ceduto a tentazioni varie. Le relative camerette in aggetto erano però di
solito poste sopra la quota di gronda e spesso non hanno lasciato tracce
murarie.
In generale la distinzione di un balcone da
altri apprestamenti lignei a sbalzo è denunciata dalla leggerezza della
tettoia, dalla posizione e dalla quota.
Conclusioni
Si ritiene che non possano sussistere dubbi
sulla presenza di balconi a fini residenziali nei castelli, perlomeno dal XIII
secolo, ma con ogni logica anche in precedenza. Porte alte con sottostanti
file di fori da mensola o soprastanti serie di mensole a gancio in pietra e
scossaline orizzontali sono di solito le tracce murarie lasciate dai balconi.
Nonostante frequenti dubbi di interpretazione,
la presenza di alcuni casi inequivocabili, confortata dall’iconografia, induce
a consigliare di tener presente anche questa possibilità di spiegazione in
presenza delle tracce murarie sopra menzionate, al fine di sempre meglio
comprendere, anche in sede di restauro, i castelli medievali.
DIDASCALIE
2) - Castello di Illasi (VR). La balconata continua si estendeva su
gran parte del perimetro dell’imponente cassero. Non si riscontrano tracce di
tettoia, tranne che, forse, in corrispondenza della grande porta finestra al
centro dell’immagine. La scossalina in alto non è riferibile alla presenza
della balconata: si tratta di un larmier, come la definisce Viollet,
avente lo scopo di allontanare dal paramento l'acqua di pioggia.
3) - Castel Telvana (TN) - La presenza del balcone è denunciata, oltre
che dalla serie di fori per le mensole, dalla presenza delle due porte
finestre e della fascia intonacata, anche se non sono visibili tracce di fori
per la tettoia.
5) - Ipotesi di soluzione statica per i balconi in legno appesi. Tutto il
peso è sostenuto dalle mensole a gancio in pietra A; queste sostengono
il traverso principale B che regge una serie di ritti D sui
quali sono impostate le mensole F che portano l’impalcato, rinforzate
da frecce. La soprastante scossalina E allontana l’acqua dal paramento
e la deposita sulla tettoia; al piano di calpestio si accede tramite la porta
Q.
6) - Balcone in pietra della Torre
Costanza di Aigues Mortes. Il rilievo sopra la porta finestra è un larmier
, si tratta cioè di un allontana gocce, più che della scossalina di una
tettoia, perché è più stretto del balcone. Il doccione in pietra soprastante
ovviamente è in realtà disassato rispetto al balcone.