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EVOLUZIONE DEI PARAMETRI
GEOMETRICI |
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COEFFICIENTE DI ESILITA' DELLE
TORRI
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Il primo parametro di modernità per i castelli
della prima metà del ‘400, è l’esilità delle torri,; la tendenza delle
fortificazioni è verso elementi sempre più bassi e larghi, per rispondere al
progressivo aumento dell’efficacia delle macchine da lancio prima e delle
artiglierie poi.
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PERCENTUALE DI DOMINIO DELLE TORRI
SULLE CORTINE
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Le torri erano sempre state più alte delle cortine
adiacenti per aumentare le loro capacità di difesa verso l’esterno e per
compartimentare i vari tratti del cammino di ronda, qualora il nemico fosse
riuscito a salirvi. Di fronte ad un’efficace artiglieria a polvere questo
dominio altimetrico diventa uno svantaggio: più alto è un elemento
difensivo, prima verrà abbattuto dal fuoco nemico. Pertanto le fortificazioni
si riducono a quota sommitale unica nelle rocche della Transizione.
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COEFFICIENTE DI PROMINENZA DELLE
TORRI
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Per effettuare un efficace fiancheggiamento incrociato le
sorgenti di tiro, torri angolari o rompitratta, devono sporgere in pianta il
più possibile; questa evoluzione appare nella maniera più sistematica
nelle fortificazioni francesi di Filippo Augusto, che assieme al fronte bastionato
italiano costituisce uno dei due momenti di massimo progresso ossidionale realizzato da
una scuola nazionale.
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COEFFICIENTE DI RIEMPIMENTO DELLE
TORRI
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La sempre maggiore efficacia del tiro assediante consiglia di
incrementare la resistenza passiva dei castelli, ciò che si ottiene con
l’aumento dimensionale delle murature e con la riduzione dei vuoti al loro
interno.
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RAPPORTO TORRI / CORTINE
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Un ulteriore parametro da prendere in
considerazione è il rapporto torri/cortine, inteso come percentuale del
fronte esterno occupato dalle torri rispetto al totale. Questa variabile nei
secoli precedenti è molto irregolare, abitualmente è piuttosto bassa, per
l’ottimo motivo che un metro di fronte in torri costa molto più di un metro
di mura, ma occasionalmente si giunge a punte elevate, come ad esempio,
precocemente, nei già menzionati castelli di Filippo Augusto.[ (a-b)/a ]
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ANGOLO DI SCARPA
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Il
rafforzamento della base muraria con un vistoso ringrosso a scivolo si
generalizza più o
meno alla metà
del Trecento ( non consideriamo vera scarpa il modesto rilievo già diffuso
all’inizio del XIII secolo); riteniamo avesse lo scopo principale di
rinforzare la base, più esposta al lavoro di zappa ed agli arieti
dell’assediante, e secondariamente di aumentare la stabilità del manufatto
ampliandone l’area d’appoggio. Non sappiamo quanto fosse condivisa dagli
ingegneri medievali la tesi di Francesco di Giorgio, che ne vede l’utilità
come antidoto all’assalto per scalata, costringendo l’assediante ad
utilizzare scale più pesanti, a causa della forzata maggior inclinazione
dovuta alla presenza della scarpa.
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PERCENTUALE DI SCARPA
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Nel prosieguo della vicenda ossidionale le scarpe
occupano una percentuale sempre maggiore dell’elevazione totale, fino ai
casi estremi della rocca di Acquaviva Picena (AP) e di un tratto delle mura di
Fano (PU) ove scompare tout court il
paramento verticale.[ (a/b)x 100 ]
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QUANTITA' DELLE BOMBARDIERE
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DISTRIBUZIONE IN QUOTA DELLE
BOMBARDIERE
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L’ultimo metro di giudizio è costituito, sempre
nella logica del senno di poi, cioè alla luce degli sviluppi successivi,
dalla quota delle bombardiere casamattate. Nelle rocche della Transizione,
infatti, una delle più evidenti novità è costituita dall’uso sistematico
delle bombardiere a tiro radente sul terreno circostante e dall’apparizione
delle bombardiere a quota del fondo del fossato, che restavano invisibili e
quindi inattaccabili dall’assediante finché questi non fosse giunto ad
attestarsi sul ciglio di controscarpa. |
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COPERTURA DEL TIRO FIANCHEGGIANTE
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Il parametro
principe di ogni valutazione di modernità delle fortificazioni
quattrocentesche è però la capacità di sfruttare la sempre maggior potenza
delle artiglierie per esplicare un efficace azione di copertura reciproca col
tiro fiancheggiante. Questa considerazione è avvalorata dallo sviluppo
successivo dell’arte ossidionale, che vedrà, dopo lo stato di equilibrio
transitorio, delle rocche della Transizione, la nascite del fronte bastionato
“all’italiana”, inventato dai Sangallo, in cui il tracciato stesso del
fortilizio è dettato dalle traiettorie di tiro dei pezzi fiancheggianti. Nel
corso del Quattrocento il processo evolutivo delle architetture adegua
progressivamente , in modo darwiniano, le fortificazioni a questa logica e
quindi è particolarmente significativo.
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Scurcola Marsicana, AQ
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Imola, FC |
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