BRISIGHELLA


 

Cronologia essenziale

- Secondo la storiografia corrente nel 1290 Maghinardo Pagani costruì il primo castello di Brisighella altrove, probabilmente sul vicino picco "dell'Orologio" (leggendo meglio il documento sembra invece probabile che si trattasse di una bastita d'assedio).
- Nel 1310 Francesco Manfredi interviene nel sito della rocca attuale, ricostruendo un precedente fortilizio.
. Tra il 1457 ed il 1476 i Manfredi edificano la rocca attuale, sotto la spinta di più efficaci metodi di assedio, in particolare della miglior organizzazione e delle armi da fuoco.
- I veneziani, infine, rafforzano la rocca tra il 1504 ed il 1509. Riteniamo che il loro intervento si sia limitato all'aggiunta delle numerose bombardiere alla francese visibili nella rocca.

 

 

La pianta della rocca è trapezoidale, con due torrioni cilindrici ad est ed una cortina angolata ad ovest, la direzione più pericolo sa, perché l'attaccante proveniva da monte.

 

La cortina ovest è marcatamente angolata al
centro, ai lati sono poste due torricelle quadra
te di modesta sporgenza, del tutto inutili ai fini
del vitale tiro tangente alla cortina. .
 

 

 

Alla base della cortina una grande scarpa inclinata termina con un tratto verticale nel quale si aprono numerose feritoie.
 

 

Le feritoie sono servite da una galleria voltata che parte dalla corte (in giallo nello schema seguente) si allarga a nord e conduce ad un secondo tratto ortogonale a sud.

 

Le feritoie del primo tratto di galleria eseguono il tiro frontale di difesa radente del fossato (frecce verdi), mentre nel secondo tratto si trovano due bombardiere che tirano parallelamente alle due facce della cortina (frecce rosse), svolgendo la fondamentale azione del "fiancheggiamento".
Una disposizione identica si trova nella rocca di San Leo, plausibilmente attribuita a Francesco di Giorgio Martini.

 

La partenza della casamatta occultata dal fronte principale; a sinistra una delle feritoie a tiro frontale.

 

La più straordinaria ed originale invenzione della rocca è l'aver nascosto alla percezione avversaria la presenza delle due bombardiere fiancheggianti: infatti la galleria relativa (evidenziata con velatura bianca) dall'esterno appare solo come la base del posto di controllo della mulattiera che corre lungo il fianco della rocca (linea tratteggiata rossa).

Purtroppo non si conosce il nome dell'architetto che ha progettato questo originalissimo dispositivo, ma non ci sorprenderemmo di scoprire che si tratta di un grande nome del Rinascimento.

 

 

Sembra che sia stato accuratamente studiato anche il profilo altimetrico: le feritoie a tiro frontale
(frecce verdi "c") sono nascoste al tiro nemico fino alla discesa nel fossato, dall'alto della cortina si effettua il tiro di controbatteria ("a") e si spazza con tiro radente il pendio esterno del terreno.

 

Il lato d'ingresso era protetto da un fossato, che si superava con un ponte levatoio, del quale restano gli scassi verticali per le travi di sollevamento.

 

 

Sulla cortina nord-est si legge una traccia inclinata che è stata interpretata come il segno di una scala d'accesso alla cortina angolata; a causa della totale mancanza di esemplari simili nelle rocche della Transizione, del fatto che per issare le artiglierie semmai si usava una rampa, meno ripida e comunque in fortificazioni più tarde, ed infine che principio costante della fortificazione fino a tutto il XV secolo era di impedire la discesa nella corte degli assalitori che si fossero impadroniti di un tratto del cammino di ronda, riteniamo piuttosto che si tratti del segno lasciato dal tetto di un corpo di fabbrica e che gran parte del cortile interno fosse occupato da un edificio per la guarnigione, i cavalli e le necessarie scorte di viveri, foraggio, materiali, armi e munizioni.

 

 

Il mastio è cilindrico, ma i vani interni quadrati suggeriscono che abbia inglobato una precedente torre quadrata.

 

La stanza del castellano, in un vecchio allestimento

 

La botola al centro della volta a crociera costituiva l'unico ingresso del magazzino viveri e materiali del mastio.

 

COMPARTIMENTAZIONE

 

 

Le comunicazioni interne della rocca sono accuratamente predisposte per poter isolare due porzioni minori successive: il ridotto, costituito dall'insieme mastio-torre minore- doppio muro di collegamento, ed il mastio isolatamente. Era infatti pratica comune nei castelli prevedere il ritiro progressivo in compartimenti via via più ristretti e più difesi per allungare i tempi di resistenza. A destra, sono evidenziati in rosso i vari sbarramenti che consentono la difesa compartimentata.
Alzando i ponti levatoi delle due torri e sbarrando il portone interno che dà sulla corte si può costituire un ridotto difensivo costituito dalle torri e dai due muri di collegamento fra loro. (Evidenziato in verde). Il mastio, già di per sè, costituiva un insieme difendibile ed autonomo sotto ogni aspetto solo alzando i suoi due ponti levatoi.

 


 

 

 

Le bombardiere sono per la maggior parte di tipo "quattrocentesco classico", il che prova, a nostro giudizio, che il corpo principale della rocca è stato costruito dai Manfredi, mentre i veneziani si sono limitati ad aggiungere le feritoie di tipo più moderno.
La rocca oltre all'ingresso principale poteva comunicare nascostamente con l'esterno per mezzo di una galleria che parte dalla base
della torre nord est (linea rossa a tratteggio)