FERRARA
Castello di San Michele |
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Il castello è opera di Bartolino Ploti da Novara, autore, nel corso di una lunga
e fortunata carriera, di numerose chiese e, soprattutto, di due dei più celebri
castelli italiani: il Castello Estense di Ferrara ed il Castello di San Giorgio
a Mantova.
I lavori iniziano nel 1385 ed inglobano una fortificazione precedente, chiamata
la Rocchetta del Leone, probabilmente opera dello stesso Bartolino. |
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L'uso di torri portaie (in grigio chiaro) appoggiate e sporgenti verso l'esterno
rispetto alle torri d'angolo (grigio scuro) costituisce il più peculiare ed
immediatamente riconoscibile marchio di fabbrica del grande ingegnere militare
Bartolino da Novara. |
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La Rocchetta, a guardia e comando di una porta della città, ingloba, a sua
volta, una torre ancora più antica, ma non di molto, perché la scarpa, alta e
ripida, non dovrebbe risalire a prima della metà del Trecento. Nella prigione al
penultimo piano inferiore resta una cofanatura angolare che sembra contenere la
partenza di un'originaria scala a chiocciola, appartenente alla prima torre, poi
eliminata nei piani superiori.
La Torre del Leone, dopo la costruzione del 1385, sembra aver costituito la
torre maestra del castello.(Dal modello presente nel castello)
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Il castello di Ferrara è provvisto di un numero inconsueto di porte.
Abitualmente si trovano solo una porta verso la città ed una verso la campagna,
chiamata "porta del soccorso", oltre ad una o al massimo due porte secondarie, "pusterle".
A Ferrara, invece, se ne trovano ben cinque. Probabilmente per comunicare con
l'interno della città, con la residenza estense, con le mura che si trovavano ai
lati ed infine con la campagna al'esterno.
Il portico attuale è frutto di modifiche cinquecentesche e non rispecchia
la configurazione attuata da Bartolino da Novara.
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Le ferramenta dei ponti levatoi di Ferrara sono sorprendentemente verosimili:
è possibile che, se non proprio medievali, siano state riprodotte con le stesse
tecniche su modelli precedenti nel XVII o XVIII secolo. |
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La chiave della volta a crociera dell'androne retrostante. |
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La base della Rocchetta ospita corridoi di circolazione e tiro
difensivo. Le feritoie, nella parte centrale, sono per il tiro di balestra
mentre le grandi finestre, all'esterno, potrebbero essere state previste per
l'uso di baliste, balestroni da posta o primitive artiglierie.
E' molto insolito il disegno a lesene interrotte che reggono le archeggiature cieche;
tutto il dispositivo sembra avere solo funzione estetica.
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La pavimentazione dei corridoi, in laterizi di costa disposti a spina di pesce,
sembra essere ancora quella trecentesca. |
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Alla base della rocchetta una cella di prigione, con la latrina in muratura
nell'angolo, accessibile solo da una botola, visto che la scala a chiocciola
della torre primigenia si arresta al piano superiore. |
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Bibliografia recente:
M. BORELLA, Il Castello Estense, BetaGamma, Ferrara, 2005.
S. GELICHI (a cura di), Ferrara prima e dopo il castello - testimonianze
archeologiche per la storia della città, Spaziolibri, Ferrara, 1992.
AA. VV. Gli Este a Ferrara - il Castello per la città, Silvana, Cinisello
Balsamo, 2004.
J. BENTINI, M: BORELLA (a cura di), Il Castello estense, Betagamma,
Ferrara, 2002.
AA. VV., Il Castello e la Città - esperienze di riuso, restauro e
musealizzazione, Atti del convegno di studi, Provincia di Ferrara,
Assessorato alla Cultura, Ferrara, s.d. |
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