IMOLA


 


 

CRONOLOGIA

(G. Rimondini)

 

1259 - Primo nucleo: la rocca Guelfa -. Iacopo Rangoni, podestà di Bologna, ordina di costruire due fortezze: una verso Bologna ed una verso Faenza.

1332-1334 - La "fabbrica" degli Alidosi - Delibere degli anziani di Imola sui lavori alla rocca.
1334 - Presidio: un castellano, un connestabile e 48 armigeri.
1351 - La rocca resiste all'assedio di Bernabò Visconti.

fine XIV secolo: prima fase:     costruzione del mastio
                         seconda fase: adattamenti degli appartamenti superiori, costruzione della scala etc.

1424 - Filippo Maria Visconti prende la rocca per il tradimento di una sentinella passando sulle fosse gelate.

1426 - La rocca è consegnata al Papa.

(?) 1435 - Signoria di Guidantonio Manfredi

1438 - Imola si dà ai Visconti

1439 - Filippo Maria Visconti cede Imola a Guidantonio Manfredi, in accordo col Papa.

1467 - Bartolomeo Colleoni assedia Imola per conto dei Veneziani.

1470 - Galeazzo Maria Sforza, il 5 maggio, pattuisce l'acquisto di Imola da Taddeo Manfredi.

1471, 13 dicembre: Taddeo si asserraglia nella rocca. 21 dicembre Porzeno da Montecchio occupa la rocca con i "provisionati" ducali; Tristano Sforza occupa Imola.

1473, 24 aprile: Taddeo vende Imola allo Sforza.

DANESIO MAINERI, ingegnere e bombardiere al servizio degli Sforza dal 1457 al 1482. Lavori a Piacenza nel 1464: costruisce un rivellino circolare al castello di S. Antonino e rende circolari le torri d'angolo della rocca di Po (sotto la direzione di Bartolomeo Gadio).
1472-73 effettua lavori alla rocca di Imola sotto la direzione personale del Duca, sulla base dei rilievi effettuati.

4 aprile 1472, proposte di Maineri:
- muro interno di ghiaia e calce alla base degli arconi perimetrali;
- ingrossare le torri lasciando le bombardiere in basso;
- costruire due rivellini;
- abbassare i ponti (?).
- alzare il terreno intorno alla rocca;

il 14 aprile:
- progettata ed in fase di esecuzione la strada coperta tra la rocca e porta Bologna;
- proposta di costruire una cittadella per alloggiare le truppe.
il 16 maggio:
- sono fatte 200 "braza de scarpa e muro de dentro la terra a la fossa de la rocha";
- si lavora ai rivellini.


 

Dentro la rocca che vediamo oggi, si trova sepolto il castello precedente, con torri a base quadrata ancora perfettamente visibili dall'interno.

Quando Danesio Maineri fu chiamato ad ammodernare la rocca, non demolì le preesistenze, ma vi costruì attorno, ingrossando i muri e portandoli alla forma più adatta ai suoi tempi.

Le uniche parti demolite furono le torri a metà delle cortine -perché in quel momento le bombarde tiravano abbastanza lontano da incrociare i tiri già dai torrioni d'angolo- e la torre portaia -perché la tecnica dei tempi prevedeva che la protezione degli ingressi fosse fornita da grandi rivellini posti di fronte ai ponti levatoi.

 

 

Le fortezze della seconda metà del Quattrocento obbediscono al principio di limitare i danni prodotti dalle artiglierie dell'assediante e di usare al meglio per la difesa la nuova potenza delle armi da fuoco. La rocca fu quindi dotata di torri d'angolo cilindriche basse e tozze -"torrioni"- con muri di enorme spessore e numerose postazioni per le bombarde -"bombardiere".
Davanti agli ingressi, troppo vulnerabili, erano poste torri apposite dette "rivellini" che impedivano al nemico il tiro diretto.
Al centro della rocca fu mantenuta l'enorme torre principale - il "mastio"- dalla quale si poteva dominare l'intera piazzaforte e nella quale abitava il comandante della guarnigione.

Bombardiere en allège delle torri quadrate
(a Imola in forma completa solo in cima ad una delle torri)

La finestra serviva a disperdere i fumi della polvere da sparo ed a prendere la mira.

Probabilmente questa disposizione fu abbandonata perché indeboliva troppo la muratura.

Si trova ancora la finestra solo nelle bombardiere più basse, quelle a quota del fondo del fossato, sia a Forlì che a Imola.

Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che queste furono costruite secondo una tecnica poi superata nelle bombardiere più alte e quindi successive. E' però anche possibile che si sia ritenuto che la posizione le proteggesse di più e non si sia voluto rinunciare alla loro maggiore efficacia nel tenere pulita l'aria nella camera di manovra.

 

 

 

Lo schema di comunicazioni della rocca con l'esterno.

 

I grandi rivellini a pianta circolare, mostrati in un celebre disegno di Leonardo, sono stati rasati all'altezza del piano di campagna nei secoli seguenti, ma la base è stata riportata in luce nei restauri degli anni sessanta del XX secolo.
Il rivellino verso l'esterno nasce a pianta pentagonale, come quelli della Rocca del Ravaldino di Forlì, e viene modificato a pianta circolare solo successivamente.
 

 

 

 

Il cammino di ronda, di insolita larghezza, è retto da grandi arconi su contrafforti.

 

Lo schema dei campi di tiro delle bombarde di Imola, analogo a quello di tutte le rocche di questo periodo.

Le bombarde incrociavano il loro tiro per colpire da tre lati -di fronte, a destra ed a sinistra- il nemico che desse l'assalto alla rocca.

Non sono mostrati gli importantissimi campi di tiro dei rivellini perché le loro bombardiere sono state distrutte.
 
La disposizione in altezza delle bombardiere era altrettanto importante della loro disposizione in pianta.
Le bombarde più alte tiravano sul campo del nemico e sui suoi preparativi di avvicinamento; quelle a metà altezza tentavano di spezzare l'impeto dell'assalto e quelle più basse spazzavano col loro tiro il fondo del fossato al momento dell'assalto finale; erano molto importanti perché non potevano venire colpite dall'artiglieria del nemico finché questi non fosse giunto sul ciglio di controscarpa.

 

BOMBARDIERA A CAMERA DI MANOVRA ESAGONALE 

A Imola si trova un tipo di bombardiera molto particolare, con camera di manovra esagonale schiacciata e non trapezoidale come nella stragrande maggioranza degli altri esemplari. Poiché conformazioni simili si riscontrano in altre rocche dei Riario Sforza, non esitiamo a trarne criteri di attribuzione e di segno della presenza delle stesse maestranze: mastro Giorgio Fiorentino e gli altri. Maggiori perplessità nascono invece dalla similitudine con rocche molto lontane ed attribuite, sulla scorta della documentazione storica, ad altri autori, ad esempio la rocca di Ostia di Baccio Pontelli. In questo caso il motivo della somiglianza andrà presumibilmente riportato più a monte, ad esempio alla formazione dei realizzatori nella stessa scuola di ingegneria e arte militare.

Le bombardiere, la loro posizione, la loro quota e le loro varie forme sono indispensabili per comprendere le rocche del periodo in cui Imola fu ammodernata da Danesio Maineri per conto di Girolamo Riario.
 

 

 

   
   

LA BOMBARDIERA PRECEDENTE MODIFICATA "ALLA FRANCESE"
 

 

 

La camera di manovra a pianta esagonale è stata accorciata dall'ispessimento del paramento frontale.
La scudatura in pietra arenaria della prima versione è rimasta in situ, resa inutilizzabile dal blocco murario inserito all'atto della modifica.