INVENZIONE E
MIGLIORAMENTI DELLA POLVERE DA SPARO |
Brani estratti da: B. S. Hall, Weapons & warfare in Renaissance Europe,
The Johns Hopkins University Press, Baltimore
and London, 1997, il miglior testo che abbiamo trovato sull'argomento.. |
PRIMA COMPARSA
DELLA POLVERE DA SPARO
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Roger Bacon |
"Il primo europeo che dimostra di conoscere la polvere pirica
è Roger Bacon, la cui Epistola de secretis operibus artiis et naturae
(1267) riporta una formula di salnitro, zolfo e carbone a basso tenore di
salnitro."
Hall, p.42. |
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FORMULAZIONE
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"La prima ricetta utilizzabile per armi da fuoco appare
poco dopo [la prima menzione ad opera di Roger
Bacon]: il Liber ignium ad comburendos hostes, attribuito a "Marco Greco",
pseudonimo dell'autore di un'opera di compilazione arabo-ispanica le cui parti
più antiche risalgono all'ottavo secolo. Le ricette di polvere pirica compaiono
nella parte più recente, databile fra il 1275 ed il 1300. Il Liber ignium
comprende quattro formulazioni, tre delle quali propongono percentuali di
salnitro dal 66 al 75. Nel Quattro e nel Cinquecento le ricette europee cambiano
la formulazione secondo il calibro e la resistenza delle pareti della canna
dell'arma."
Hall, p.42.
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"Vannoccio Biringuccio (1480-1537), ad esempio, raccomanda una polvere col 50% di
salnitro per i grandi cannoni, ma prescrive un contenuto di salnitro del 66.7%
per armi di medio calibro e dell'83.3% per piccole armi come archibugi e
pistole."
Hall, p.43. |
Francesco di Giorgio consiglia le seguenti
proporzioni:
"la polvere da bombarda o mortaro che porti pietra da libre 250 in su, ricerca 7
parti di salnitro, 4 di solfo [e] due di carbone a peso. La polvere per altre
bombarde minori, mortari, cortane, comune mezzane o spingarde, richiede 4 di
nitro, 2 di solfo, et una di carbone. Per li passavolanti, basalischi,
cerbottane et archibusi, 8 di nitro, 3 di solfo e 2 di carbone. Per li
scoppietti 14 di nitro, 3 di solfo e 3 di carbone".
F. di G., Trattati, p.421. |
"Nel Seicento il contenuto di
salnitro per polveri militari sembra essersi stabilizzato vicino al livello
ottimale indicato dalle teorie moderne (quasi il 75% di nitrato di potassio KNO3),
e minori livelli di salnitro si trovano solo in formule per mine, razzi ed altre
applicazioni non militari".
Hall, p.43.
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PRINCIPI D'USO DELLA
POLVERE
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La polvere pirica, nella formulazione ottimale,
all'atto dell'accensione "genera temperature tra i 2.100 ed i 2.700 gradi ºCed
un volume di gas, mediamente, tra i 264 ed i 370 cm3 per grammo di
solido. Confinati in un contenitore chiuso, lo spezzeranno, ed ecco una bomba;
in un tubo aperto ad un'estremità, le forze di reazione tenderanno a muovere il
tubo, come nei razzi, o spingere un proiettile, come nei cannoni ".
Hall, p.66. |
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GRANULAZIONE
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"Il parametro fondamentale della polvere da sparo è la velocità di combustione
[...] piccoli cambiamenti [...] possono provocare
importanti effetti sul suo uso pratico. Il primo mezzo per controllare la
rapidità di combustione fu la granulazione [...] introdotta nel Quattrocento.
[...] Dal 1420 al 1520 le polveri granulari coesistono con quelle polverulente.
Questo cambiamento fu tutt'altro che semplice, non certo un caso di progresso
"lineare" nella tecnologia, ma un processo di cambiamenti interdipendenti fra
produzione dell'esplosivo e costruzione delle artiglierie. Ambedue i lati dell'equazione
tecnica dovettero cambiare in relazione ai progressi dell'altro."
Hall, p.68. |
Scrivendo negli anni settanta del Quattrocento, Francesco di Giorgio Martini
scrive:
"La polvere eziandio [...] si può longo
tempo preservare in questa forma: piglisi aceto fortissimo e con esso si facci
pasta della polvere, di poi se ne facci pani et all'ombra si faccino disseccare
[...] et in questo modo si manterrà nella sua prima
perfezione non piccolo tempo
"F. di G., Trattati, p.421. |
"Come i fabbricanti presto scoprirono, la polvere nera impastata in pani ed
essiccata era balisticamente più <potente> delle altre.
[...] Nel Feuerwerkbuch [...] prima del 1420
l'anonimo autore/compilatore descrive le <polveri in zolle> (Knollen-pulver).
Mescolate una mistura di salnitro, zolfo e carbone con <buon aceto di vino. E
pestate il miscuglio in un mortaio di legno, e bagnatelo con l'aceto finché si
impasti, e quindi stendete dei pani>. [...] Una versione successiva del
manoscritto chiarisce che le <zolle> di polvere dovevano quindi essere
sminuzzate prima di caricare le bombarde."
Hall, pp.71-73. |
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MOTIVI STORICI DELLA GRANULAZIONE
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Oltre al controllo della velocità di combustione, sembra che un altro fattore
abbia spinto potentemente per il passaggio dalle cariche polverulente alle
polveri granulate. "Robert Norton, scrive nel 1628
[che grazie alla granulazione] la polvere,
conservata adeguatamente, non si degrada e non perde potenza." Perché? Non
sembra che ci fosse un problema di separazione dei componenti nel miscuglio
polverulento delle cariche allora in uso: "non si conosce alcun testo
contemporaneo che lamenti la separazione, mentre spesso è menzionato il
deterioramento della polvere a causa dell'umidità atmosferica".
Hall, p.73.
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"La polvere nera classica è costituita di nitrato di potassio puro (KNO3)
non particolarmente igroscopico, come del resto le diverse polveri di carbone.
Altre forme di salnitro sono il nitrato di sodio (NaNO3) ed il
nitrato di calcio (Ca(NO3)2). Quest'ultimo, in
particolare, è fortemente igroscopico. [...] Il
salnitro proveniente dalle <coltivazioni> medievali potrebbe aver contenuto
forti quantità di nitrato di calcio. Reputiamo che questo fosse il motivo per
cui gli artiglieri medievali incontravano tante difficoltà a <tenere asciutte le
loro polveri> e quindi ritennero indispensabile il ricorso alla loro
granulazione".
Hall, pp.73-74. |
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IMPORTAZIONE
E PRODUZIONE DEL SALNITRO |
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"Come il pane, il vino ed il formaggio, la polvere
nera, in estrema analisi, è dovuta all'azione dei microrganismi. Nella
decomposizione dei tessuti organici gli aminoacidi decadono in forme sempre più
semplici. Un importante sottoprodotto della decomposizione è l'ammoniaca, spesso
come risultato finale di vari stadi di semplificazione chimica. Gli ioni
ammonio, NH4+, si ossidano sotto l'azione di due batteri:
il nitrosomonas ricava energia dalla
trasformazione degli ioni ammonio in nitriti
NH4+ + 3/2 O2
→ NO2- + H2O + 2H+ +6 e-.
Quindi il nitrobacter completa il
processo, ossidando i nitriti a nitrati
NO2- + 1/2 O2 → NO3-
+2e-
[...] per uno sviluppo ottimale dei batteri è
necessaria la presenza di carbonato di calcio o di magnesio, abbondanza di
ossigeno ed un ambiente non troppo acido. Praticamente ogni sostanza organica
produce composti ammoniacali, ma non sempre in quantità utilizzabili. Creare un
ambiente il più possibile favorevole fu compito dei primi produttori di
salnitro. Questo era un problema soprattutto europeo. [...] Dal Medioevo alla
scoperta dei giacimenti cileni, sembra che l'India abbia fornito una buona parte
del salnitro europeo. [...] Benché le coltivazioni di salnitro compaiano nei
documenti dal tardo Trecento, la prima descrizione <tecnica> compare nel
Bellifortis di Konrad Kyeser (circa del 1405), anche se un po' oscura".
Hall, pp.74-75.
La produzione di salnitro comportò una serie di
problemi, dall'eliminazione del sale comune NaCl, alla purificazione del nitrato
di potassio rispetto agli altri nitrati, soprattutto di calcio, ma anche di
sodio e magnesio. I produttori si trovarono di fronte ad dilemma impossibile:
per favorire l'azione dei batteri erano costretti ad introdurre elementi
indesiderabili nel prodotto finale. La soluzione fu introdurre un macchinoso
processo di lisciviazione per portare il salnitro finale alle condizione
desiderata.
Hall, pp.77-78.
"Il
salnitro continua comunque ad essere importato dall'Oriente e Venezia resta un
importante centro del commercio di salnitro fino al Cinquecento"
Hall, p.58.
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Sigillo di Edoardo III |
"Nel 1346 Edoardo III a Londra acquista 912 libbre di salnitro e 886 di zolfo"
Hall, p.43 |
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COSTO DELLA POLVERE
PIRICA
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Artiglierie nel 1532
Sébastien Brandt, Von der Artzney
Bayder Glück des guten und widerwertigen, Bibliothèque Nationale de France |
"Alla fine del Trecento i prezzi della polvere
pirica calano fortemente e l'uso delle armi da fuoco cambia vistosamente"
Hall, p.43
"Negli anni Venti del Quattrocento i Francia [i prezzi della polvere] sono quasi
la metà che negli anni Ottanta del Trecento, circa cinque soldi tornesi alla
libbra. A Francoforte, che potrebbe essere la patria della coltivazione del
salnitro, il relativo prezzo cala ancor più vistosamente, da 82 fiorini al
quintale nel 1381-83 a 32 fiorini nel 1416. La tendenza al ribasso continua per
quasi tutto il Quattrocento."
Hall, p.58.
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Per
approfondire l'argomento, vedi SITI WEB
-
http://www.musketeer.ch/blackpowder/history.html di
Ulrich Bretscher
-
http://www.history-science-technology.com/Articles/articles%202.htm.
L'articolo
"Potassium Nitrate in Arabic and Latin Sources" è
una miniera di informazioni sulla storia del salnitro.
-
http://www.fryingcolors.com/saltpeter.html. Insegna a produrre salnitro dal
letame bovino.
PUBBLICAZIONI A STAMPA K.
Chase, Firearms: A Global History, Cambridge University Press,
Cambridge, 2003.
B. M. Downing, The Military Revolution and Political Change:
Origins of Democracy and
Autocracy in Early Modern Europe. Princeton University Press, Princeton,
1992. - B. S. Hall, Weapons & warfare in Renaissance Europe,
The Johns Hopkins University Press, Baltimore
and London, 1997. - C. J. Rogers,
The Military Revolutions of the Hundred Years War, in Clifford Rogers,
The Military Revolution Debate, Westview Press, Boulder, Colorado,
1995. |
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