GRADARA


 

Il Castrum Gradarie, menzionato già nel 1150, nel 1260 è bene allodiale dei Malatesta, che avviano lavori al castello ed alle due cinte di mura; dopo la metà del Trecento è assegnata ai figli di Malatesta Guastafamiglia, che danno origine al ramo di Pesaro. Nel 1424 è conquistata dalle milizie viscontee e subito restituita. Nel 1442 Sigismondo Pandolfo toglie il castello ai parenti pesaresi, rimodernando la rocca e le mura. Nel 1446 per ben 43 giorni è invano assediata da Francesco Sforza; cade nelle mani delle milizie pontificie nel 1463 e consegnata agli Sforza. Alessandro riaddobba il castello in vista delle nozze con Lucrezia Borgia nel 1494. Perviene poi ai della Rovere ed è adibito a residenza estiva delle duchesse. Negli anni Venti del Novecento il castello è riallestito in stile neogotico dal proprietario conte Zanvettori.

 

 

Gradara in una stampa del Seicento (Mingucci)

 

Il castello prima del restauro degli anni Venti, ancora con le finestre rettangolari.

 

La particolarità delle fortificazioni di Gradara è di conservare intatte, sebbene variamente rimaneggiate, tutte le difese successive che sono tipiche del concetto medievale di compartimentazione militare e funzionale: all’esterno le mura che racchiudevano il paese ed i suoi abitanti, poi la cinta della bassa corte, ove alloggiavano le truppe di campagna del signore, poi il castello vero e proprio, ove poteva risiedere la corte, quindi il palatium, residenza del signore, ed infine il mastio.  (Immagine ricostruttiva in realtà virtuale di G. Maccioni)

 

 

Le tre fasi di formazione principali:

1) Torre residenziale con recinto quadrilatero munito di torri a filo.

2) Le due torri in primo piano sono state sostituite da altre sporgenti ed un palatium è stato aggiunto a fianco del mastio.

3) Aggiunta su tutto il perimetro di apparato a sporgere e scarpa.

Nello schema in basso a destra la compartimentazione del castello: in rosso i tre ponti levatoi interni.

 

Gradara è un tipico castello quadrilatero a corte centrale attorniata su tre lati da portici (in viola) ed ali residenziali addossate alle cortine. I vertici sono difesi da torri, ognuna con caratteristiche proprie e spesso insolite. Ad est la torre maestra, il mastio (in arancione) molto più antico degli altri corpi di fabbrica, originariamente separato da uno spazio libero dal vicino palatium (in verde). La torre ovest nasce a pianta quadrata che si trasforma in ottagonale, in maniera non unica, ma assai rara. La torre nord è a pianta quadra, ma alla base comanda le comunicazioni fra la corte esterna (non rappresentata) e la campagna. La torre sud è un rinforzo aggiunto al palatium.

 

Le due colonne in primo piano del portico di Gradara sono malatestiane e tardo trecentesche, mentre sullo sfondo si intravede il pilastro quadrato che segna l’inizio del portico sforzesco rinascimentale, dovuto alla ristrutturazione delle due ali sud-ovest e nord-ovest compiuto da Alessandro Sforza nel 1494, quando elesse il castello a sua residenza.

 

 

La facciata principale del castello, con finestre di fantasia che però ricalcano approssimativamente  la disposizione quattrocentesca. L’ingresso è praticato in una pseudo torre appena sporgente dalla cortina, come nel castello di Cesena.

 

 

 

Il ponte levatoio, ovviamente ricostruito, è del tipo a bolzoni contrappesati, corrente nella bassa Romagna e nelle Marche tra la fine del Trecento e la metà del Quattrocento.

 

 

La facciata nord-ovest mostra le torri alla stessa altezza delle cortine e l’apparato a sporgere continuo. La torre sulla destra, sullo spigolo ovest, nasce da base quadrilatera e si trasforma in ottagonale con alti raccordi a scivolo. In basso a sinistra la porta che consente il passaggio, comandato dalla torre nord, tra la bassa corte e l’esterno.

 

Nel pavimento dello “studiolo di Lucrezia”, nella torre nord, si apre una botola che controlla il passaggio che, alla base della torre, consente la comunicazione fra la bassa corte e l’esterno, in rosso nella piantina. Sullo sfondo, non visibile, si apre una bombardiera puntata sulla cortina della bassa corte.