PETRELLA GUIDI


 

I primi signori di Petrella furono i Tiberti, da cui il nome di Petrella Tibertorum, in seguito mutato in Petrella di Guido (Guidonis) il nome più diffuso in famiglia, dopo l'iniziale Tiberto (F. V. Lombardi, Il castello e la famiglia dei signori di Petrella Guidi). Il 27 novembre del 1297 Guido, figlio di Timideo della Petrella, rapina il conte Ludovico di Savoia, in viaggio per Roma. Nonostante tale riprovevole comportamento, lo stesso Guido nel 1300 è nominato castellano di San Leo da Bonifacio VIII. Alla sua morte Petrella passa ai Della Faggiola e quindi agli Oliva, prima del ramo di Piagnano e poi di Piandimeleto, seguaci dei Malatesta. Nel 1458 è saccheggiata dagli uomini di Giacomo Piccinino. Negli ultimi anni il castello ha subito un completo restauro conservativo, anche se limitato alle architetture già visibili, senza coinvolgere le adiacenze.

 


 

Petrella Guidi è la quintessenza di un castello, ben rappresentativo di come doveva essere la stragrande maggioranza dei castelli minori nel Duecento: una torre residenziale a pianta quadrilatera ed un modesto recinto in muratura, a Petrella anch'esso quadrilatero. Quasi certamente sui due lati del recinto più lontani dalla torre si trovavano due modestissime ali residenziali, che supponiamo ospitassero la scuderia, l’alloggio dei famigli e le scorte (di legna, viveri ed altri materiali). Nella corte resta la cisterna per l’acqua piovana. L'ingresso è ridotto all'essenziale, un semplice portone a due battenti privo di saracinesca e ponte levatoio. Del probabile fossato non si vede traccia, né pare che una sua eventuale presenza sia stato ricercata nel corso degli ultimi interventi.

 

 

Sopra la porta dell’abitato sono murate tre insegne araldiche in pietra (nel riquadro) con le armi della Chiesa -le chiavi di San Pietro- lo stemma malatestiano -con le tre bande a scacchi e la “G” di Galeotto- e quello dei conti Oliva di Piagnano, signori di Petrella. Le lapidi, per le considerazioni storiche di F. V. Lombardi, dovrebbero risalire alla metà del Trecento.

 

 

 

 

 

Resti del rivestimento protettivo e decorativo della torre.

 

L'ingresso al recinto: un semplicissimo portone privo di ponte levatoio.

Nel riquadro un cardine del portone.

 

L'accesso alla torre residenziale. Il ballatoio a sbalzo era sostenuto da mensole infisse negli scassi mostrati dalle frecce rosse.

 

Schema del percorso d'accesso alla torre.

 

Nelle murature della torre si sono conservate le travi in legno di collegamento.