SANT'AGATA FELTRIA |
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Castrum Sancte Agate, detto anche Petra
Anellaria, compare per la prima volta nelle fonti nel 1125, come
appartenente alla Chiesa feretrana. Fatto oggetto di numerosi passaggi di mano –
dal 1153 al 1399 appartenne ai Da Carpegna, al monastero di Camaldoli, al Comune
di Rimini, alla Santa Sede, ad Uguccione della Faggiola, ai Tarlati di Arezzo –
alla fine del Trecento entra in possesso dei Malatesta. Nel 1464 Santagata cade
in mano di Federico da Montefeltro, che amplia e rinforza la rocca e quindi ai
Fregoso di Genova. Dal Cinquecento il castello perde ogni importanza militare ed
è sopralzato di un piano e ristrutturato internamente, mentre alcune rientranze
planimetriche sono occupate da nuovi spazi residenziali.
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Il castello come si presenta oggi. |
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Il castello sorge sul culmine di un rilievo
roccioso con due lati a strapiombo. Nella sua veste tardoquattrocenteca,
comprendeva una corte centrale affiancata da un palatium e, sul lato
opposto, un puntone a terminazione poligonale in pieno di muratura, di volume
enorme. L’ingresso (1) è guardato da
una torre portaia con ponte levatoio a bolzoni a fianco del quale una torre
staccata a pianta poligonale irregolare si protendeva lungo il bordo del
pianoro, collegata al corpo del castello da un muro a doppia difesa (in viola).
Una pusterla (2) si apre ancora sul
dirupo assicurando tramite un sentiero in cengia comunicazioni nascoste con
l’esterno. Una seconda pusterla (3)
parte dalla base della torre portaia.
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Due evidenti fili d’angolo,(frecce rosse) sul
fianco nord-ovest mostrano che il complesso è frutto di una serie di
accrescimenti successivi, come abitualmente si riscontra negli edifici storici.
Sulla sinistra il puntone massiccio, al centro il muro della corte e, sulla
destra, il palatium. Quest’ultimo era alto tre piani già nella sua veste
medievale, perché un condotto di scarico delle latrine presenta tre affacci
sovrapposti.
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Nella facciata sud-ovest un altro filo d’angolo
(frecce gialle) e la presenza del beccatellato solo nella torre e nel primo
tratto di muro mostrano un’altra aggiunta posteriore. Questo ed altre tracce
murarie interne suggeriscono che la torre poligonale costituisse un corpo
sporgente (in viola nello schema) collegata tramite un muro che solitamente è a
difesa bilaterale. Tale disposizione è nascosta dal riempimento dello spazio tra
torre portaia e torre staccata,(in rosso) avvenuto quando il castello si
trasforma in semplice residenza.
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Ipotesi sulle fasi di accrescimento del castello.
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Nel disegno ricostruttivo si mostra l’ipotetica
consistenza del castello alla fine del Trecento. Sul palatium/torre, la
parte più elevata, si innestano la corte, a destra, e la torre staccata (
torre de agua) collegata mediante un muro a difesa bilaterale (coracha).
(Disegno di Silvio Germano)
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Il puntone a terminazione poligonale aveva il
compito di proteggere passivamente, con l’enorme massiccio di muratura, il lato
più esposto e nel contempo di assicurare una piattaforma di tiro per l’uso di
pesanti pezzi di artiglieria. Come si vede nello schema, il puntone era
raccordato al castello da un collegamento ristretto, ma la gola è stata poi
occupata da una superfetazione, in rosso.
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Nella torre portaia è posta, su tre piani, una
nutrita serie di bombardiere del tipo “quattrocentesco classico”. Nell’immagine
l’interno di due bombardiere a fianco dell’ingresso, in rosso nello schema. In
verde la direzione di tiro di quelle sul lato opposto; quella di sinistra, e la
sua corrispondente al piano inferiore, sparano in uno spazio interno.
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Al piano terra della torre portaia, oltre alle
bombardiere, si apre una inconsueta pusterla laterale (freccia gialla). Simili
pusterle sotto l’ingresso non sono rare, ma sono sempre frontali, sotto il ponte
levatoio - celebri quelle del Castello Sforzesco di Milano, dotate di propri
ponti levatoi. A Sant'Agata, invece, lo sbocco è laterale, probabilmente per
porla al riparo della massa del puntone e per non seguire una disposizione forse
troppo nota.
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