DOVADOLA


 

   
   
Il castello di Dovadola è chiaramente sottodifeso nei confronti di attacchi provenienti dall'alta valle, cioè dalla Toscana. In questa inquadratura è evidente il contrasto fra le difese fiorentine, i torrioni sulla destra, a quota unica con la cortina e scarpati, e l'alta e relativamente esile torre maestra più antica, probabilmente mantenuta per le sue capacità di avvistamento precoce.
La pianta allungata del fortilizio è chiaramente imposta dal terreno; l'osservazione delle curve di livello induce a supporre che la bassa corte sia frutto di un riporto di terreno effettuato dai Fiorentini, che dal 1470* hanno anche aggiunto i torrioni a pianta circolare ed il ringrosso della cortina in corrispondenza della corte interna. Le frecce a tratteggio mostrano la posizione e la direzione di tiro delle bombardiere.

* Archivio di Stato di Firenze, Consigli, Provvisioni Registri 161, c.148v.

La torre maestra, vista dalla corte interna. Notare l'indentatura angolare a bozze rustiche e la regolarità dei corsi di pietra, tipicamente duecentesca. L'accesso attuale, a destra sopra la cortina ha sostituito quello originario, il balcone a sinistra. In sommità i beccatelli in pietra serena sono tipicamente toscani, triangolari e di ridotto spessore.
La torre maestra è divisa in quattro volumi voltati, di cui i due mediani divisi da solai lignei. La numerosa dotazione di depositi è spiegabile con la duplice funzione della torre; le necessità militari imponevano la sua autosufficienza in quanto a viveri, munizioni e materiali, mentre la sua funzione di residenza signorile, testimoniata dalla ricchezza della camera signorile, evidentemente richiedeva la possibilità di riporre in posizione ben custodita beni di particolare importanza.
Il balcone era probabilmente il pianerottolo di sbarco di una scala proveniente dalla corte interna per l'ingresso al mastio, come suggerito anche dalla diversa forma delle mensole di sostegno. Anche la ricchezza decorativa della ghiera d'arco mal si concilia con un balcone, molto più compatibile con l'ingresso di una torre residenziale signorile.
Accessori domestici nel vano di servizio del mastio: a destra il lavello di cucina in nicchia, con ripiani superiori; al centro nicchia murale a tre scomparti. Sulla sinistra l'ingresso attuale.
Deposito materiali al terzo livello della torre maestra. Sulla parete di sinistra gli scassi lasciati dai travi di sostegno della centina utilizzata per la costruzione della volta ed una finestrella passaluce.
Nella camera residenziale signorile, si trovano due inconsuete nicchie murali parzialmente chiuse sul fronte da una veletta in muratura, ma la caratteristica di straordinaria rarità sono i ganci in ferro in alto, per appendere alle pareti una tappezzeria adeguata al rango dei residenti, il signore del castello e la sua famiglia.
Riteniamo che quest'apertura alla base del mastio fosse una fontanella murale. Nel foro piccolo in basso era inserito un rubinetto di bronzo o di legno. Probabilmente era alimentato per gravità da una cisterna interna al mastio o, in caso di necessità, dalla sottostante riserva d'acqua nella corte interna tramite l'apertura maggiore, occlusa da uno sportello, come mostra lo scasso ai bordi.
Nelle bombardiere fiorentine della fine del Quattrocento erano previsti sportelli di chiusura la cui battuta muraria è ben visibile a sinistra ed in alto. Sullo sfondo il foro per la fuoriuscita della bocca del pezzo, del diffusissimo tipo a toppa rovescia.

 

Testo completo dell'articolo pubblicato in  «Libro Aperto» 44, 2006.