L'acqua era ovviamente indispensabile per rendere il castello in grado di sostenere un assedio.
Se il castello poteva attingere alla falda freatica si costruiva un pozzo e l'acqua piovana era convogliata a perdere. Molto spesso, però, i castelli erano in collina o in montagna e la falda era molto profonda. In alcuni casi, ad esempio a Rocca d'Olgisio (PC) o a Montechiarugolo (PR) si scavavano pozzi profondissimi, quaranta, cinquanta e fino ad ottanta metri;
il pozzo del castello di Beeston (UK) raggiunge i 112 m.
La soluzione alternativa più diffusa era la raccolta in cisterna delle acque
meteoriche, ma si riscontrano anche altri sistemi.
Nel castello crociato di Montréal (Shawbak) in Giordania, costruito nel 1115
per il re Baldovino I, si trovavano cisterne rifornite da sorgenti sotterranee,
raggiungibili tramite una scala in galleria che scendeva nella collina per 365
gradini.
Nei castelli spagnoli era consueto costruire una torre distaccata sul vicino
corso d'acqua e collegarla al castello con una cortina a difesa bilaterale; sono
le torri de agua e le corachas descritte altrove in questo sito.
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